Il paradosso dell’epoca dell’informazione
Viviamo in un’epoca dove “essere informati” è diventato un obbligo, quasi una forma di cittadinanza. Scrolliamo, ascoltiamo, guardiamo, leggiamo. E nel frattempo ci dimentichiamo. O peggio: ci confondiamo.
Nel flusso infinito di newsletter, report, articoli, white paper e aggiornamenti LinkedIn, è facile pensare che più leggiamo, più siamo preparati. Spoiler: non è così. E no, non è neppure colpa dell’algoritmo (non tutta, almeno).
Less is more, ma davvero
La verità è che non serve sapere tutto. Serve saper distillare. In un contesto in cui l’eccesso di contenuti si trasforma in rumore di fondo, il vantaggio competitivo non sta nell’accumulare conoscenza, ma nel saperla applicare.
Questo significa selezionare, contestualizzare, e — soprattutto — lasciare andare. Perché ogni “sì” che dici a un contenuto è un “no” che dici al tuo tempo, alla tua attenzione e spesso anche alla tua sanità mentale.
Il pensiero laterale non è una ginnastica per creativi
È una modalità operativa. Un modo per prendere le distanze dal flusso lineare delle cose, per vedere pattern dove altri vedono solo dati sparsi. È l’arte di fare connessioni inaspettate, e per farlo, spesso, serve meno informazione e più intuizione.
Edward de Bono, che di pensiero laterale ne ha fatto una scienza, suggeriva che “non ci si può affidare al giudizio solo lineare per affrontare problemi complessi”. Noi diciamo: non ci si può affidare nemmeno a un feed di LinkedIn.
Una nuova metrica: il tasso di sedimentazione
Quanto di quello che leggi ti resta davvero? Se la risposta è “poco”, forse non stai leggendo nel modo giusto. O, peggio ancora, stai leggendo troppo.
E se invece cominciassimo a valutare i contenuti non per quantità ma per tempo di sedimentazione? Cosa ti ha cambiato davvero il modo di lavorare? Cosa ti ha fatto rivedere un processo, un’idea, una scelta?
Il resto è intrattenimento camuffato da informazione.
Tre strategie da lamantino per leggere (molto) meno e capire (molto) di più
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Leggi a progetto. Parti da una domanda reale e concreta. Se non ce l’hai, forse stai solo procrastinando.
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Fai sintesi. Dopo ogni lettura, scrivi due righe di takeaway. Se non sai cosa scrivere, era rumore.
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Applica subito. La conoscenza che non si usa è solo memoria zavorra.
Una cultura dell’attenzione selettiva
In Opificio, crediamo nella lettura lenta, mirata, essenziale. Preferiamo un white paper ben scritto a dieci articoli clickbait. Un libro ben scelto a mille post social. Un concetto ben sedimentato a una pila di PDF dimenticati sul desktop.
Non si tratta solo di leggere meno: si tratta di leggere meglio.
E magari, ogni tanto, anche di leggere due volte la stessa cosa.